giovedì 15 luglio 2010
Pazzaria new edition
Cos’è la follia e a chi appartiene ? E’ questo l’interrogativo da cui parte il lavoro teatrale PAZZARìA, di scena a Procida nei giorni 23 e 24 luglio presso l’Oratorio L’Orsa Minore di Procida. Certo è facile definire pazzo chi si comporta in maniera stravagante, difforme dalle regole, ma sicuramente l’accezione è più ampia: pazzo può essere colui che per ragioni le più varie non si uniforma alla massa, dal folle al rivoluzionario al santo, in ogni momento storico.
L’azione prende spunto dai misteri medievali della Quaresima, ricercati e mirabilmente interpretati da Dario Fo, in una inedita versione in dialetto napoletano, voluta per attualizzare e collocare nel nostro ambito una storia senza tempo. Il tema è la Passione di Cristo, vissuta in maniera più o meno indiretta da alcuni personaggi che si muovono sullo sfondo del dramma sacro. Tutti, per un verso o per l’altro, possono mostrare tratti della “Pazzarìa”: dai soldati, rudi, meschini, assolutamente inconsapevoli del loro pur rilevante ruolo, alle comari, circoscritte al loro mondo di “inciuci”, alla Morte, che spogliata ( in senso letterale) del suo personaggio, mostra fin troppe fragilità umane, ad una Maria che nella sua follia di madre si rifiuta in un primo tempo di accettare la morte del figlio, a Maddalena, inebetita da un conflitto interno che la pone al di là delle questioni terrene. E infine il Matto: colui che è ritenuto più di tutti alienato, è invece il personaggio destinato non solo a riscattare la propria Pazzaria, quanto a far emergere quella degli altri attori.
Il tono è volutamente grottesco, le situazioni passano repentinamente dal comico al tragico, intercalate da intermezzi musicali di gusto medievale/popolare/mediterraneo. In poco più di un’ora, senza intervallo, si consumano una notte ed un giorno. Dalla definizione iniziale:” ‘a Pazzaria po’ vène a tutte quante, comme la Morte nun fa’ distinzione”, all’accorato “Jesce sole”, che chiude lo spettacolo, preghiera affinchè la “Pazzaria” dell’amore riesca a contagiare il mondo.
PAZZARìA: azione musicale comico-drammatica di Vincenzo Cacciuttolo, con Giuseppe Iacono ( il Matto), e Marianna Ambrosino (Rachele), Marina de Franchis (Amelia ), Graziella Florentino( Maddalena ), Antonio Muro(soldato), Rosanna Nocera (la Morte), Iole Plazzi (Veronica ), Rossella Ricci (Maria), Nicola Scotto di Vettimo (soldato), Rosaria Tarallo (Joanna). La regia è di Vincenzo Cacciuttolo e Giuseppe Iacono.
Lo spettacolo è già stato rapresentato nel 2008 con un grande consenso di pubblico e di critica. La nuova versione prevede un ampliamento del prologo e un rifacimento dell’intero apparato musicale, con nuove canzoni e nuovi interpreti. L’associazione Cavoli a merenda o.n.l.u.s. che produce questo lavoro non ha scopo di lucro e persegue fini sociali ed umanitari, oltre a promuovere il teatro, attraverso la propria scuola di recitazione/laboratorio teatrale.
L’azione prende spunto dai misteri medievali della Quaresima, ricercati e mirabilmente interpretati da Dario Fo, in una inedita versione in dialetto napoletano, voluta per attualizzare e collocare nel nostro ambito una storia senza tempo. Il tema è la Passione di Cristo, vissuta in maniera più o meno indiretta da alcuni personaggi che si muovono sullo sfondo del dramma sacro. Tutti, per un verso o per l’altro, possono mostrare tratti della “Pazzarìa”: dai soldati, rudi, meschini, assolutamente inconsapevoli del loro pur rilevante ruolo, alle comari, circoscritte al loro mondo di “inciuci”, alla Morte, che spogliata ( in senso letterale) del suo personaggio, mostra fin troppe fragilità umane, ad una Maria che nella sua follia di madre si rifiuta in un primo tempo di accettare la morte del figlio, a Maddalena, inebetita da un conflitto interno che la pone al di là delle questioni terrene. E infine il Matto: colui che è ritenuto più di tutti alienato, è invece il personaggio destinato non solo a riscattare la propria Pazzaria, quanto a far emergere quella degli altri attori.
Il tono è volutamente grottesco, le situazioni passano repentinamente dal comico al tragico, intercalate da intermezzi musicali di gusto medievale/popolare/mediterraneo. In poco più di un’ora, senza intervallo, si consumano una notte ed un giorno. Dalla definizione iniziale:” ‘a Pazzaria po’ vène a tutte quante, comme la Morte nun fa’ distinzione”, all’accorato “Jesce sole”, che chiude lo spettacolo, preghiera affinchè la “Pazzaria” dell’amore riesca a contagiare il mondo.
PAZZARìA: azione musicale comico-drammatica di Vincenzo Cacciuttolo, con Giuseppe Iacono ( il Matto), e Marianna Ambrosino (Rachele), Marina de Franchis (Amelia ), Graziella Florentino( Maddalena ), Antonio Muro(soldato), Rosanna Nocera (la Morte), Iole Plazzi (Veronica ), Rossella Ricci (Maria), Nicola Scotto di Vettimo (soldato), Rosaria Tarallo (Joanna). La regia è di Vincenzo Cacciuttolo e Giuseppe Iacono.
Lo spettacolo è già stato rapresentato nel 2008 con un grande consenso di pubblico e di critica. La nuova versione prevede un ampliamento del prologo e un rifacimento dell’intero apparato musicale, con nuove canzoni e nuovi interpreti. L’associazione Cavoli a merenda o.n.l.u.s. che produce questo lavoro non ha scopo di lucro e persegue fini sociali ed umanitari, oltre a promuovere il teatro, attraverso la propria scuola di recitazione/laboratorio teatrale.
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