martedì 9 novembre 2010

domenica 26 settembre 2010

22, 23 e 24 ottobre al teatro IL PICCOLO, Napoli

una produzione
CAVOLI A MERENDA o.n.l.u.s.
P A Z Z A R ì A
azione teatrale musicale comico-drammaticatica

teatro IL PICCOLO, piazzale Tecchio, Napoli, adiacenze parcheggio FFSS
22 e 23 ottobre, ore 20,30 – 24 ottobre, ore 18,30
ingresso 10 € adulti, 8 € bambini fino ai 12 anni
Prenotazioni al numero 3382622940 o all’indirizzo e-mail cavoliamerendaonlus@gmail.com

con (in ordine alfabetico): Marianna Ambrosino ( Rachele ), Marina de Franchis ( Amelia ), Graziella Florentino (Maddalena), Giuseppe Iacono ( il Matto ) , Antonio Muro ( soldato ), Rosanna Nocera ( la Morte ), Iole Plazzi (Veronica ), Rossella Ricci ( Maria ), Nicola Scotto di Vettimo ( soldato ), Rosaria Tarallo ( Joanna ).
Trucco: Fiorenza Di Noto Morgera
Allestimento e costumi : Cavoli a Merenda o.n.l.u.s
Testi e musiche originali: Vincenzo Cacciuttolo
regia: Vincenzo Cacciuttolo e Giuseppe Iacono

CAVOLI A MERENDA o.n.l.u.s. è
LABORATORIO TEATRALE,
con corsi teorico/pratico/esperienziali
per iscrizioni contattare il 3382622940

Cos’è la follia e a chi appartiene ?
E’ questo l’interrogativo da cui parte il lavoro teatrale PAZZARìA, commedia musicale tragicomica.
Certo è facile definire pazzo chi si comporta in maniera stravagante, difforme dalle regole, ma sicuramente l’accezione è più ampia: pazzo può essere colui che per ragioni le più varie non si uniforma alla massa, dal folle al rivoluzionario al santo, in ogni momento storico.
L’azione prende spunto dai misteri medievali della Quaresima, ricercati e mirabilmente interpretati da Dario Fo, in una inedita versione in dialetto napoletano.
Il tema è la Passione di Cristo, vissuta in maniera più o meno indiretta da alcuni personaggi che si muovono sullo sfondo del dramma sacro. Tutti, per un verso o per l’altro, mostrano tratti della “Pazzarìa”: dai soldati, rudi, meschini, assolutamente inconsapevoli del loro pur rilevante ruolo … alle comari, chiuse nel loro mondo di “inciuci” … alla Morte, che spogliata ( in senso letterale) del suo personaggio, mostra fin troppe fragilità umane … ad una Maria che nella sua follia di madre si rifiuta di accettare la morte del figlio … a Maddalena, inebetita da un conflitto interno tra amore sacro e profano.
E infine il Matto: colui che è ritenuto più di tutti alienato, è invece il personaggio destinato non solo a riscattare la propria Pazzaria, quanto a far emergere quella degli altri attori.
Il tono è volutamente grottesco, le situazioni passano repentinamente dal comico al tragico, intercalate da intermezzi musicali di gusto medievale/popolare/mediterraneo.
In poco più di un’ora si consumano una notte ed un giorno. A partire dal prologo, con l’ enunciazione dell’assunto: ‘a Pazzaria po’ vène a tutte quante, comme la Morte nun fa’ distinzione”, all’accorato “Jesce sole”, che chiude lo spettacolo, preghiera affinchè la “Pazzaria” dell’amore riesca a contagiare il mondo.
Lo spettacolo è già stato rapresentato nel 2008 con un grande consenso di pubblico e di critica. La nuova versione prevede un ampliamento del prologo e un rifacimento dell’intero apparato musicale, con nuove canzoni e nuovi interpreti.
L’associazione Cavoli a Merenda o.n.l.u.s. che produce questo lavoro non ha scopo di lucro e persegue fini sociali ed umanitari, oltre a promuovere il teatro, attraverso la propria scuola di recitazione/laboratorio teatrale.


Gli utili saranno devoluti in beneficenza

martedì 14 settembre 2010

«PAZZARÌA»
un articolo di Sergio Zazzera
da "IL BRIGANTE"
27 luglio 2010

Quella di trasporre il racconto evangelico della Natività nell’ambiente napoletano del suo tempo fu l’idea rivoluzionaria che ispirò la Cantata dei pastori del gesuita Andrea Perrucci e che tuttora le assicura grande successo. A trasporre, in maniera analoga, quello della Passione e morte di Cristo ha provveduto oggi Vincenzo Cacciuttolo, con Pazzarìa, azione musicale comico-drammatica, il cui titolo potrebbe determinare la formazione di false idee in chi fosse al corrente della professione di psichiatra esercitata dall’autore.
In realtà, il nocciolo del testo si risolve tutto nel rapporto tra la follia del “Mattazzone”, che vorrebbe adoperarsi per salvare Gesù – uno soltanto – dal martirio della Croce (senza rendersi conto del crollo del disegno divino della Redenzione, che così avrebbe provocato), e “quella” di Gesù, che accetta la crocifissione, nell’ottica che per mezzo di essa possa salvarsi anche uno soltanto degli uomini.
L’umanità che popola la scena rappresenta in maniera efficace il novero di coloro “che non sanno ciò che fanno”: soldati che si dividono tra la cantina, il gioco delle carte o dei dadi e la ricerca della ricchezza a tutti i costi; donne (pie e non) che vivono la vicenda come uno spunto per alimentare i loro pettegolezzi; e, anzi, proprio dai loro atteggiamenti emerge la natura “quantitativa” del concetto di follia, che viene identificata, come per lo più avviene, col modo di comportarsi di chi – proprio come il “Mattazzone” – non è disposto ad accettare i conformismi.
Il lavoro, prodotto dall’associazione “Cavoli a merenda” o.n.l.u.s., per la regia di Vincenzo Cacciuttolo e di Giuseppe Iacono – che n’è anche protagonista –, è stato rappresentato, il 23 e il 24 luglio, a Procida, nell’oratorio “L’Orsa minore”, e sarà proposto a Napoli, il 22, 23, e 24 ottobre, al teatro “Il piccolo” (p.le V. Tecchio, 3 – tf. 081.5932381).
http://www.ilbrigante.it/spettacoli/%c2%abpazzaria%c2%bbsergio-zazzera/

giovedì 15 luglio 2010

PAZZARìA, new edition - a Procida il 23 e 24 luglio, Oratorio l'ORSA MINORE, ore 21,00


Pazzaria new edition

Cos’è la follia e a chi appartiene ? E’ questo l’interrogativo da cui parte il lavoro teatrale PAZZARìA, di scena a Procida nei giorni 23 e 24 luglio presso l’Oratorio L’Orsa Minore di Procida. Certo è facile definire pazzo chi si comporta in maniera stravagante, difforme dalle regole, ma sicuramente l’accezione è più ampia: pazzo può essere colui che per ragioni le più varie non si uniforma alla massa, dal folle al rivoluzionario al santo, in ogni momento storico.
L’azione prende spunto dai misteri medievali della Quaresima, ricercati e mirabilmente interpretati da Dario Fo, in una inedita versione in dialetto napoletano, voluta per attualizzare e collocare nel nostro ambito una storia senza tempo. Il tema è la Passione di Cristo, vissuta in maniera più o meno indiretta da alcuni personaggi che si muovono sullo sfondo del dramma sacro. Tutti, per un verso o per l’altro, possono mostrare tratti della “Pazzarìa”: dai soldati, rudi, meschini, assolutamente inconsapevoli del loro pur rilevante ruolo, alle comari, circoscritte al loro mondo di “inciuci”, alla Morte, che spogliata ( in senso letterale) del suo personaggio, mostra fin troppe fragilità umane, ad una Maria che nella sua follia di madre si rifiuta in un primo tempo di accettare la morte del figlio, a Maddalena, inebetita da un conflitto interno che la pone al di là delle questioni terrene. E infine il Matto: colui che è ritenuto più di tutti alienato, è invece il personaggio destinato non solo a riscattare la propria Pazzaria, quanto a far emergere quella degli altri attori.
Il tono è volutamente grottesco, le situazioni passano repentinamente dal comico al tragico, intercalate da intermezzi musicali di gusto medievale/popolare/mediterraneo. In poco più di un’ora, senza intervallo, si consumano una notte ed un giorno. Dalla definizione iniziale:” ‘a Pazzaria po’ vène a tutte quante, comme la Morte nun fa’ distinzione”, all’accorato “Jesce sole”, che chiude lo spettacolo, preghiera affinchè la “Pazzaria” dell’amore riesca a contagiare il mondo.
PAZZARìA: azione musicale comico-drammatica di Vincenzo Cacciuttolo, con Giuseppe Iacono ( il Matto), e Marianna Ambrosino (Rachele), Marina de Franchis (Amelia ), Graziella Florentino( Maddalena ), Antonio Muro(soldato), Rosanna Nocera (la Morte), Iole Plazzi (Veronica ), Rossella Ricci (Maria), Nicola Scotto di Vettimo (soldato), Rosaria Tarallo (Joanna). La regia è di Vincenzo Cacciuttolo e Giuseppe Iacono.
Lo spettacolo è già stato rapresentato nel 2008 con un grande consenso di pubblico e di critica. La nuova versione prevede un ampliamento del prologo e un rifacimento dell’intero apparato musicale, con nuove canzoni e nuovi interpreti. L’associazione Cavoli a merenda o.n.l.u.s. che produce questo lavoro non ha scopo di lucro e persegue fini sociali ed umanitari, oltre a promuovere il teatro, attraverso la propria scuola di recitazione/laboratorio teatrale.